Giorno 6

Meriam, la porta sussurrante

Davanti all’entrata della prigione ci posizioniamo davanti alle nostre guardie, pronti a manovrarle come burattini.
Vedendo alzarsi la nebbia, i secondini si agitano ed estraggono le loro armi per difendersi, ma per una di loro è troppo tardi: nel caos generale avevo lasciato libera la mia guardia, gettandole prima la spada dentro una delle celle, per poi impossessarmi della mente del secondino.
Trovo facilmente le chiavi e me ne approprio, mentre il compagno rimane disorientato, tanto da sbattere contro le sbarre di una delle celle e farsi bloccare dal forzuto prigioniero al suo interno, che lo soffoca prendendogli il collo tra le mani.
L’effetto della nebbia presto scompare e due voci ci chiamano verso le ultime celle:

«Esma! Enud! Siamo qui, apriteci» urlano Init e Varrick.

La guardia che ho lasciato libera comincia a riprendere conoscenza e a rendersi conto di quel che stava succedendo; fa per prendere la spada, ma si accorge di essere stata disarmata.

«Ci dispiace di avervi ingannato, ma se starai qui buono ce ne andremo in men che non si dica» lo avverto, facenolo ammanettare dal secondino.

Mentre io sorveglio il nostro prigioniero, Enud prende le chiavi e libera Init e Varrick, i quali gli indicano i nuovi alleati da salvare.

«Esma, ci siamo tutti, possiamo andare» mi riferisce Init.
«Voi andate, io chiuderò la fila, non vorrei mai che questo signore decidesse di chiamare aiuto» dico indicando la guardia a terra «Enud parti subito prima di me, così questi due riprenderanno coscenza quando ormai saremo lontani, poi passerai in testa al gruppo; tu ed io che siamo i più veloci nella corsa conterremo il gruppo»
«D’accordo, voi cominciate a scappare prima che qualcun altro scopra l’imboscata» ordina agli altri Enud.

Tutto fila liscio, corriamo compatti verso la base, tra i complimenti dei miei nuovi compagni pre il piano ben congegnato.

«Quindi avevi delle spie tra le guardie? Potevi dircelo subito!» esclama Init.
«Come fai ad averle se non sei mai stata a Robdo?» chiede perplesso Varrick.
«Non ne avevo infatti. I guanti che indossiamo io ed Enud sono magici, quegli uomini erano preda di un incantesimo» chiarisco.

Siamo quasi arrivati, si vede la villa apparire all’orizzonte, quando accade di nuovo: il buio mi prende e mi risveglio in una stanza, da sola.
Quando riapro gli occhi mi trovo sdraiata su una sorta di letto sacrificale al centro di una stanza altrimenti vuota.

«Ben svegliata» mi parla una voce di donna.
«Chi sei? E dove mi trovo?» chiedo, cercando di intuire da dove venissero quelle parole.
«Io sono Meriam, mi chiamano “la porta sussurrante”: dove ti trovi non ha importanza. Sono la dea della malia e tu hai qualcosa che mi appartiene.»

Mi guardo la mano, che ancora indossa il guanto.

«Già, proprio i miei guanti rivoglio» mi parla una voce di donna.
«Meriam…perchè non mi hai uccisa e non te li sei semplicemente presi?» chiedo alla dea.
«Perchè è tutto il giorno che ti faccio seguire dai miei menestrelli e sei molto furba, mi piaci.
Anche se a causa della mia polvere magica non ricordi nulla nè di come sei arrivata qui, nè di cosa è successo stamattina, ti voglio riproporre la mia offerta: tieni i guanti ed unisciti a noi, ti metterò a capo del mio esercito, diventerai il mio braccio destro.»

Dunque dovevano esser stati i suoi seguaci a derubarmi stamattina; inoltre, se Niro li lasciava liberi di fare ciò che vogliono significava che sono alleati, ma perchè non ci hanno impedito di portare a termine il nostro piano se conoscevano i nostri spostamenti?
Perchè lasciarmi andare stamattina, quando li ho rifiutati la prima volta?
In ogni caso sono in guai seri, non so cosa troverò al di là della porta, sempre che riesca ad aprirla e scappare.

«Meriam, immagino tu sia una dei Nove ed io non posso accettare la tua offerta, ho già il mio dio in cui credere. Ti lascerò i guanti e potrai darli a chi vuoi, non opporrò resistenza»
«Quando ti ho dato l’impressione di poter porre le tue condizioni? Sono già stata gentile a concederti una seconda possibilità di accettare, non n avrai una terza. Non perdo nemmeno più il mio tempo con uno spreco come te, addio.» risponde Meriam.

La porta si apre, facendo entrare tre menestrelli pronti ad uccidermi.
Mi preparo al combattimento estraendo il mio bastone di fuoco, sperando di riuscire a cavarmela in uno scontro così impari e sleale.

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