Giorno 1

L’attracco

Nel cielo sopra di me non brilla una stella, vedo solo la luna, nonostante il tempo sia sereno.
Sembra che esso le abbia volutamente nascoste per farmi perdere l’orientamento, non sa che sono diretta ovunque e in nessun posto; navighiamo nello stesso mare io e lui, anche la mia memoria ha perso i suoi dettagli, rimane solo una grande luna al centro dei miei pensieri:

“Devo scappare”.

Mentre il mare calmo e nero trascina la mia piccola imbarcazione ripenso a Moskarak: lì sono nata e vissuta per 113 anni, ciononostante ne ricordo a malapena le fattezze dopo solo alcune lunghe notti di navigazione.
Ricordo solo le emozioni contrastanti provate precedentemente alla mia partenza: prima un’enorme di tristezza, poi il sospetto ed il senso di pericolo, infine questa incoerente commistione di allarme e serenità che mi pervade da quando sono salpata.
Ho l’impressione di essere inseguita, ma non so nè da chi, nè perchè; eppure non provo ansia, il cuore non mi batte all’impazzata, non sudo, non osservo l’orizzonte alla mie spalle in cerca del pericolo in agguato.
Da giorni cerco di capire perchè io non ricordi più nulla, come mi sia ritrovata improvvisamente su questa barca, con alcune provviste e lo stretto necessario per combattere e sopravvivere; non si può semplicemente dimenticare un secolo di vita dal giorno alla notte, doveva essere successo qualcosa di davvero grave.
In lontananza si cominciano a vedere le flebili luci di un porto e decido repentinamente di attraccare, non resisterei a passare un’altra notte in mare.
Ho dovuto prendere il largo per celare al massimo i miei spostamenti e mettermi in salvo, ma nonostante io veneri la natura, da druida quale sono, non ho mai avuto una gran passione per la navigazione, mi sono sempre limitata a rispettare il mare e le sue creature dalla terraferma.
Ormai saranno le undici e al porto esterno alla cittadina non trovo nessuno, perciò fisso la mia imbarcazione ad uno dei pali e mi incammino cercando di individuare il centro città e possibilmente un posto dove dormire.
Arrivo in una grande piazza con al centro un enorme monumento: una colonna sormontata da una forma che mi ricorda una mezzaluna posta in orizzontale, come a richiamare una barca.
La piazza è caratterizzata da teatri, negozi e case, tutti chiusi e circondati da cancelli sbarrati, eccezion fatta per una locanda e un’enorme chiesa.
Dalla locanda si sente il vociare di marinai e altra gente poco raccomandabile, perciò decido di entrare prima in chiesa, per ottenere qualche informazione, anche indiretta, sul luogo in cui mi trovo.
Mi accingo a salire la vasta scalinata che porta al tempio, quando noto la figura di un mendicante seduta in disparte a lato dei primi gradini.


«Buonasera, signore.»
«Buonasera, signorina. Mi faccia la carità, la prego, non ho che pochi spiccioli per vivere.» risponde, pregandomi, ma senza mostrarmi il volto.


Non mi sembra malintenzionato e potrebbe darmi delle informazioni utili, abituato come sarà a vivere per le strade di questa cittadina e ad osservare la piazza, perciò frugo nel borsello dove tengo il denaro, ma scopro di non aver nient’altro che poche monete d’oro, con le quali potrò a malapena pagarmi l’alloggio per la notte.


«Oh mi dispiace, buon uomo, io vorrei darle qualcosa, ma purtroppo sono appena arrivata da molto lontano e ho solo poche monete d’oro.»
«Ah, capisco..» mi risponde, in realtà senza molto interesse.
«Però…domani potrei cambiare un po’ di denaro…potrei farle la carità domani, la troverò ancora?» gli chiedo.
«Si, mi troverà sempre qui in piazza, anche domani»
«Bene. Prima di lasciarla potrei farle qualche domanda?»
«Se sono informazioni che ho, sarò lieto di dargliele» risponde in tono leggermente più freddo.
«Come le ho raccontato prima, io sono arrivata qui poco meno di un’ora fa, ma non ho idea di che posto sia questo..» chiedo quasi imbarazzata.
«Questa è Approdo Nares, nella costa più a sud del continente»
«La ringrazio dell’informazione. Avrà notato che è notte fonda, volevo anche chiederle…»
«Certo, immagino che lei stia cercando un posto per passare la notte» mi interrompe.
«Già, oltre a quella locanda ci sono altri posti in cui potrei andare? Sembra molto animata… »
«Si, non mi sembra il posto adatto ad una giovane signorina. Deve sapere che la costa di Nares si affaccia su alcuni vulcani molto alti e potenti e sull’isola di Corsarium. Qui ormai comandano i corsari, si sono impossessati della città e dettano legge, potrebbe essere pericoloso farsi trovare da sola a notte fonda. D’altro canto è molto tardi, molte altre locande sono chiuse ormai; c’è un’abbazia appena fuori città, ci vorrà un’altra ora di cammino per arrivarci, ma lì sarebbe più sicuro» mi spiega
«Grazie ancora per il suo aiuto, credo che entrerò prima in questo tempio, è ancora aperto, magari trovo qualcuno che mi mostri la via per l’abbazia. Buonanotte, signore» mi congedo.

Il vagabondo annuisce appena e si volta in un angolo a dormire.

9 pensieri su “L’attracco”

    1. In nessuna in realtà 🙂 Il DM ha creato una mappa con una storia sua. Siccome in questi giorni fatalità sto finendo di disegnarla “bene” per fargli una sorpresa, avevo idea di pubblicarla appena finisco, così che si possa consultare liberamente.

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